La “Casa della Comunità” nell’ex-Monte di Pietà. Un progetto sociale per rilanciare l’area del vecchio ospedale
Il grande vuoto lasciato nel centro di Biella dal vecchio ospedale ha cominciato a colmarsi a partire da uno dei suoi edifici simbolo. Si tratta dell’ex-Monte di Pietà, poi Centro Prelievi che oggi, grazie allo sforzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con il Consorzio I.R.I.S. e l’A.S.L. BI, si configura come intervento strategico nella direzione di dare una possibilità nuova ad uno dei luoghi più compromessi della Città di Biella.
Nasce la “Casa della Comunità” il cui nome cristallizza la volontà di riunirsi ed operare insieme, costituendo un punto di riferimento per le persone in situazioni di fragilità sul nostro territorio: un polo socio-sanitario che riunisce i centri dei Servizi per la Famiglia, del Consultorio ostetrico-ginecologico e psicosociale dell’ASL BI, del Centro Anti Violenza e del Consorzio I.R.I.S.
I servizi per i cittadini ospitati sono tanti e di estrema importanza: Il Centro per le famiglie “Il patio”, GE.-CO. Mediazione familiare, la Casa dell’auto-mutuo aiuto, SPAF – Spazio ascolto famiglie e adolescenti, lo Spazio per incontri protetti in luogo neutro, lo Spazio gioco-movimento, il Centro antiviolenza, il Consultorio ostetrico-ginecologico e psicosociale dell’ASL BI, l’Ufficio di Servizio del Consorzio IRIS e una nuova sala di documentazione.
… cinque mesi per ripensare completamente l’edificio, dal progetto alla consegna. Chi è in difficoltà non può aspettare!
Le scelte progettuali si sono dovute confrontare da subito con due problematiche. Quella architettonica, con la necessità di “ripensare” un edificio centenario nato per esigenze molto diverse, adattandolo agli standard del terzo millennio e quella sociale, con fragilità moderne e antiche come la mancanza di lavoro, la sofferenza psicologica, la violenza sui più deboli, il disgregamento delle famiglie, l’angoscia dei giovani che non vedono un futuro di fronte a loro. Temi fortissimi che non potevano certamente essere messi in pausa . Ecco quindi che la tempistica serrata è diventata un’aspetto fondamentale dell’intervento.
Cinque mesi e oltre mezzo milione di euro di investimento; 1500 mq di superficie da riesaminare, spesso con decisioni “in itinere” prese in funzione delle necessità complesse di un polo sociale di tale importanza. E’ stata operata una completa revisione tipologia degli interni, la completa messa a norma dell’impiantistica, la creazione ex-novo dell’impianto di trasmissione dati e dei sistemi di sicurezza, la realizzazione della nuova centrale termica a basso consumo e tanti importanti lavori di ristrutturazione (sostituzione dei serramenti lignei, isolamento della volta in copertura, risoluzione del degrado edilizio dovuto al non uso, recupero dei prospetti). E’ stato un lavoro esteso ad ogni componente che ha portato ad un edificio sostanzialmente nuovo con una riduzione del 40% dei consumi energetici necessari al suo mantenimento.
Il 2 maggio cominciava il cantiere, il 21 settembre la Casa della Comunità ha aperto le sue porte: 142 giorni per restituire alla città uno dei suoi edifici più importanti. Ora più che mai.
L’ingresso principale sulla via Caraccio
L’interno della corte
L’edificio, oggi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, fu costruito all’inizio del Novecento dal Monte di Pietà di Biella, alla ricerca di una nuova sede poiché quella attigua alla chiesa della SS. Trinità in via Italia si rivelava ormai inadeguata. Nel 1984 il Monte fu infine incorporato nella Cassa di Risparmio di Biella, che continuò a svolgere l’attività di prestito su pegno anche successivamente come Cassa di Risparmio di Biella S.p.A. dopo l’atto di conferimento dell’attività bancaria avvenuto nel 1992. L’immobile di Via Caraccio, non essendo stato conferito alla neonata Cassa di Risparmio di Biella S.p.A. (poi divenuta Biverbanca a seguito di fusione con la consorella vercellese), è rimasto in proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, che conserva tuttora anche l’archivio storico del Monte, fonte di indagine da parte di vari studiosi.